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Notizie su ACQUA 360 e il distretto conciario di Santa Croce sull'Arno

24-04-2019 15:42 - News sulla Depurazione
Acqua 360, roberto lupo
Recentemente sulla rivista Arsutoria Tannery sono stati inseriti una serie di articoli che parlano del distretto conciario di Santa Croce sull'Arno, soffermandosi principalmente sul depuratore Aquarno con intervista al suo Direttore, sui progetti “Tubone” e “Acqua 360”, e infine sugli impianti di trattamento dei fanghi. Gli articoli evidenziano come il depuratore di Santa Croce con i recenti progetti e interventi sia diventato un modello di efficienza che il mondo osserva e ci invidia.

Depuratore Aquarno: in conceria presto solo acqua di recupero affinata
Il distretto conciario di Santa Croce sull'Arno è uno dei più grandi distretti conciari d'Europa con oltre 250 concerie presenti sul territorio. Dal punto di vista del rispetto ambientale il Depuratore Aquarno, impianto centralizzato al servizio del comprensorio del cuoio attivo dal 1974, oggi si trova al centro di un imponente progetto di raccordo del sistema di depurazione, il cosiddetto “Tubone”. Uno dei risultati più interessanti che porterà il “Tubone” è la possibilità di recuperare i reflui civili trattati. Il presidente di Assoconciatori Alessandro Francioni afferma che il nuovo sistema integrato permetterà di redistribuire l'acqua affinata direttamente alle concerie che non dovranno più estrarre acqua dal sottosuolo. Presto sarà possibile usare solo acqua di recupero per conciare le pelli in un'ottica di perfetta economia circolare.
Il sistema non si limita al disinquinamento di tutte le acque di scarico prodotte dal polo conciario, che vengono rilasciate pulite nei fiumi; il depuratore è connesso infatti ad un sistema di trattamento e riduzione dei materiali fangosi risultanti dalla depurazione che li processa per destinarli al riutilizzo in altri settori, come quello dell'edilizia. Molto importane è ricordare che qui viene effettuato un attento recupero del cromo, utilizzato nei processi di concia, e restituito alle aziende; anche i residui degli scarti delle lavorazioni sono recuperati e destinati ad altri usi. All'interno del depuratore sono presenti due linee di trattamento distinte, una per i reflui civili e una per quelli industriali.
Il depuratore di Santa Croce è gestito dal Consorzio Aquarno che collabora costantemente con importanti enti di ricerca, dipartimenti universitari ed altre società accreditate al fine di migliorare e rendere ancora più efficaci le rese depurative.

Intervista a Nicola Andreanini
Il direttore di Aquarno, Nicola Andreanini, nell'intervista spiega quali siano i punti di forza del sistema di depurazione del distretto conciario toscano: “Uno degli elementi distintivi della funzionalità di un depuratore è sicuramente quello legato all'abbattimento degli inquinanti da rimuovere. Attualmente si riesce ad ottenere rimozioni superiori al 98,5% delle concentrazioni di inquinanti di ingresso. Altro punto di forza che valorizza e distingue il sistema di depurazione del distretto conciario è la sostanziale eliminazione dello smaltimento a discarica come destinazione del flusso dei fanghi prodotti dal depuratore. Da molti anni l'intero flusso dei fanghi prodotti dal depuratore viene trattato presso il sito di trattamento fanghi di via S. Andrea. L'inerte in uscita rappresenta un decimo del flusso di massa di ingresso e viene indirizzato al recupero in edilizia.”.
Andreanini sottolinea che entrerà presto in funzione la nuova vasca dedicata appositamente allo stoccaggio temporaneo delle acque meteoriche, dove verranno raccolte le acque nei periodi di precipitazioni violente in modo da non gravare sulla funzionalità dell'impianto ed essere trattate successivamente. Altro intervento recente e molto importante riguarda l'impianto di trattamento fanghi in via S. Andrea nel quale sono state completamente sostituite le sezioni di filtrazione dell'aria, riuscendo a guadagnare ulteriori spazi che saranno utilizzati per ridurre ulteriormente il flusso di fanghi in uscita durante le operazioni di manutenzione programmata.
Un altro punto toccato nell'intervista al direttore è il nuovo sistema di depurazione noto come “Tubone” e i molteplici obiettivi che si vogliono raggiungere. Principalmente si vuole garantire la depurazione degli scarichi domestici di ampie zone del territorio regionale dove la depurazione è attualmente frammentata e non consente di ottenere ottimi risultati, in secondo luogo si vuole sfruttare questo nuovo arrivo per poter disporre di un flusso di acqua da depurare per poterla poi restituire alle concerie in sostituzione delle acque emunte dal suolo. L'arrivo dei reflui domestici è previsto per il 2021 e si presume che il sistema vada a pieno regime nell'annata successiva.
Durante l'intervista si parla anche del progetto “Acqua 360”, strettamente collegato al progetto “Tubone”. Obiettivo del progetto è testare le tecnologie che saranno utilizzate per l'affinamento delle acque reflue domestiche. L'impianto pilota realizzato ha consentito di testare, insieme alle tre concerie partner dell'iniziativa, le caratteristiche dell'acqua affinata nei processi produttivi. I risultati sono stati confrontati in quanto non si sono avute contro indicazioni nell'utilizzo di questa acqua di recupero in sostituzione dell'acqua di posso comunemente usata.

Progetto Tubone: opera da 200 milioni di euro per un sistema di riassetto idrico più efficiente e rispettoso dell'ambiente
Il cosiddetto “Tubone” è il nuovo sistema di riassetto idrico di 42 comuni della Toscana che avrà il suo fulcro nel depuratore Aquarno e sarà a pieno regime entro i prossimi tre anni.
Il progetto rientra nell'Accordo di Programma per la Tutela delle Acque e nasce con il duplice intento di adeguare il sistema di depurazione della Valdinievole e supportare il distretto del cuoio di Santa Croce fornendo acqua affinata alle industrie conciarie che non dovranno più attingere dalla falda per il loro fabbisogno. Il Tubone attraverserà quasi tutti i comuni delle Valdinievole per arrivare fino a Santa Croce e si prevede la realizzazione in tre anni di un sistema di tubature di circa 50 chilometri di cui il tubone rappresenta la parte principale. Il progetto consiste anche nell'ampliamento del depuratore di Santa Croce, che vedrà un significativo aumento delle acque da depurare con una conseguente e progressiva dismissione di circa venti piccoli depuratori nel territorio potranno diventare vasche di accumulo.

Progetto Acqua 360
Uno degli aspetti più interessanti del nuovo sistema di depurazione civile e industriale toscano è legato al progetto di ricerca “Acqua 360” che sta sperimentando come depurare e affinare acque reflue civili per poi reimpiegarle in conceria.
Nell'ambito del progetto, finanziato nel quadro del POR FESR Toscana 2014-2020, è stato realizzato un impianto pilota (impianto ACQUA 360) di depurazione e affinamento delle acque reflue civili, con l'obiettivo di produrre una quantità sufficiente di acqua di processo che viene fornita alle 3 concerie coinvolte nel progetto. Grazie ai test delle concerie si sta procedendo a validare il processo depurativo dell'acqua e la fattibilità del riutilizzo.
I partner del progetto sono oltre a DelAcque e il depuratore Aquarno, Poteco, i Laboratori Archa e le concerie San Lorenzo, Settebello, Victoria che stanno già effettuando la sperimentazione.

Trattamento dei fanghi
Nel corso degli anni le innovazioni tecnologiche apportate in fase di depurazione hanno sensibilmente ridotto la produzione di fanghi da smaltire, tuttavia i flussi in gioco sono ancora rilevanti e per questo motivo si è lavorato per ridurne ulteriormente i volumi studiando il loro possibile riutilizzo.
L'impianto Ecoespanso di Santa Croce è interamente dedicato al trattamento dei fanghi di depurazione prodotti dal Consorzio Aquarno e dal Consorzio Conciatori di Fucecchio, che
attraverso un apposito fangodotto giungono all'impianto. Da qui parte il processo, articolato in 5 fasi: disidratazione (centrifugazione), essiccamento, pirosinterizzazione dei fanghi essiccati, recupero energetico e trattamento fumi, produzione di granulati inerti per l'edilizia (HSC) e conglomerati bituminosi (HBC), contenenti il KEU (granulato sinterizzato).
Il Consorzio Cuoio-Depur, che gestisce l'impianto centralizzato di depurazione acque reflue urbane di Ponte a Egola, studia fin dagli anni Ottanta possibili forme di riutilizzo in agricoltura dei propri fanghi ad elevato contenuto organico proteico.Si è voluto individuare i possibili formulati realizzati miscelando il fango proteico ottenuto dalla depurazione conciaria con prodotti derivanti dallo stesso ciclo produttivo e comunque già riconosciuti a loro volta come fertilizzanti. Parallelamente agli studi sono stati effettuati notevoli investimenti per migliorare il processo di produzione con l'obiettivo di rendere il materiale più omogeneo e stabile possibile.





Fonte: tannerymagazine.com

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